L’AICC di Castrovillari celebra la Festa della Liberazione

 

L’Associazione Italiana di Cultura Classica (A.I.C.C.) di Castrovillari ha organizzato, nell’Auditorium del Pitagora-Calvosa, con la collaborazione della sezione ANPPIA “Francesco Bucciano”, mercoledì 24 aprile, la Festa della Liberazione con la partecipazione di studenti e docenti degli istituti “Mattei-Pitagora-Calvosa”, IPSEOA “K.Wojtyla”, ITIS “E. Fermi”, nonché di cittadini. La Festa è stata ripartita in due sezioni: la prima dedicata al ricordo del centenario dell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, perpetrato per volontà del dittatore Mussolini il 10 maggio 1924, la seconda ha esaminato la partecipazione delle donne alla lotta di Liberazione.

In apertura, è stata proiettata la prima parte del film del 1973 di Florestano Mancini Il delitto Matteotti nella quale appare l’intervento alla Camera di Matteotti del 30 maggio 1924, nel quale denunciò i brogli, le intimidazioni, le violenze che avevano caratterizzato le elezioni del 6 aprile 1924. Pertanto, Matteotti dichiarò alla Camera che quelle elezioni non erano valide. Undici giorni dopo quel discorso, il deputato fu rapito e ucciso da una squadraccia fascista.

Dopo la proiezione è intervenuto il Dirigente dell’istituto “Mattei – Pitagora – Calvosa”, prof. Vincenzo Tedesco, che ha sottolineato l’importanza della conoscenza della storia per conseguire una formazione critica idonea a valutare nella sua pienezza il valore della libertà.

Il segretario della sezione ANPPIA, Luigi Pandolfi, dopo aver sottolineato che Matteotti è stato un pacifista convinto, senza alcuna posizione ambigua, opponendosi con decisione all’ingresso dell’Italia alla Grande Guerra, ha richiamato l’attenzione sulla guerra che è tornata d’attualità, in Europa e nel Mediterraneo, con le spese militari aumentate: in tale contesto, i profitti dei petrolieri hanno registrato un incremento mentre la transizione ecologica è stata messa tra parentesi.

Il presidente dell’AICC castrovillarese, prof. Leonardo Di Vasto, ha delineato la personalità di Matteotti, che ha lottato a viso aperto contro il fascismo, regime liberticida. È stato il politico che ha capito prima degli altri e meglio degli altri cosa era il fascismo, quale involuzione avrebbe iniettato nel sistema parlamentare. Pertanto, difese il Parlamento e la libertà. Avrebbe voluto che si formasse una coalizione antifascista in modo da rovesciare quella dittatura. Del resto, Mussolini, già nel novembre del 1922, nel discorso alla Camera aveva detto in modo chiaro che questa era

«passibile di scioglimento fra due giorni o fra due anni».

Dopo questo intervento, un documentario realizzato dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze ha enucleato in modo coinvolgente, grazie agli interventi chiari e discorsivi di una studentessa e uno studente universitari, la personalità politica di Giacomo Matteotti.

Per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla guerra di Liberazione, il prof. Luigi Blotta ha affermato che le donne resistenti non hanno costituito un piccolo, sparuto gruppo, ma hanno espresso un ampio movimento che raggiunse le 70.000 unità. Non si limitarono, inoltre, al compito di staffette, pur importante e spesso decisivo ai fini del successo della lotta partigiana, ma parteciparono attivamente alla lotta armata. E tante furono deportate nei campi di concentramento.

Questo in un periodo in cui non godevano di ogni diritto alla pari degli uomini: erano ancora prive del diritto di voto.

Toccanti le testimonianze delle donne partigiane, lette con efficacia e partecipazione dagli studenti e studentesse, che sono stati protagonisti della Festa.

La partigiana Mirella Aloisio, 98 anni, ex professoressa di Perugia, ha detto: «Senza le donne la Resistenza non sarebbe stata possibile». Carla Capponi, che alla fine di aprile del 1944 si unì alle formazioni partigiane, ha affermato: «potevamo starcene a casa, a noi non ci obbligava

 

nessuno, non c’era la leva obbligatoria. E allora ci siamo andate anche noi in guerra, per tutti quegli innocenti che venivano ammazzati, deportati, mandati alle camere a gas».

 

Musiche e canti della lotta partigiana hanno fatto da cornice all’intera giornata che si è conclusa con il video Noi, donne della Resistenza realizzato sulle note del brano Staffette in bicicletta del cantautore Vinicio Capossela. Di seguito link al video:

https://fb.watch/rFRFcnHMNz/

Articolo a cura del Presidente Prof. Leonardo Di Vasto