Pubblicazione Volume in onore del glottologo John Trumper per il suo 75° genetliaco

Premessa

A dare inizio al programma culturale dell’A.I.C.C. relativo all’anno 2019 è stato il Convegno di studi
Problemi linguistici calabresi presenti e passati, svoltosi, a Castrovillari, in un solare sabato mattina del 30
marzo nell’accogliente Auditorium dell’istituto scolastico “Calvosa-Pitagora” per geometri e ragionieri.
Hanno partecipato al Convegno Diego Poli (Università di Macerata) con una relazione su Lessico e
tecnica viticola nell’Italia antica: greco-asianico e (etrusco)-gallico-latino a confronto; Alberto Manco
(Università di Napoli “L’Orientale”) con un contributo su Toponimi dell’Italia antica: Magna Grecia e
Sicilia prima della Regio III (e dintorni); Nadia Prantera (Università della Calabria – Unical), che ha
presentato il secondo volume, èdito di recente, de Il Vocabolario Etimologico del Calabrese (VEC). Struttura
e alcuni casi tipo, e Giovanni Belluscio (Unical), che ha concluso il Convegno soffermandosi su Padula e gli
arbëreshë.
Erano presenti Marta Maddalon (Unical), che ha presieduto il Convegno, e John Trumper (Unical), in
onore del quale il Convegno è stato organizzato come espressione degli auguri per il suo 75° genetliaco. Alla
conclusione del Convegno, la nostra Associazione ha proposto di raccogliere i contributi di colleghi, allievi e
amici del festeggiato in un volume, che ora vede la luce.
I saggi sono stati suddivisi, a seconda del contenuto, nei settori: linguistica storica, dialettologia,
sociolinguistica, storiografia, toponomastica, epigrafia, al fine di dare loro un ordine tematico, favorendone
così la fruizione del lettore ed evitando, a un tempo, accostamenti casuali e, pertanto, dissonanti, qualora si
fosse scelta la semplice disposizione alfabetica dei nomi degli autori.
Pur essendo diversi i settori – a parte il contributo in cui è evidenziata, sulla scorta di documenti notarili,
la presenza, a Castrovillari, nel ’500, di spagnoli di origine ebrea, Nella Giudecca di Castrovillari nel XVI
secolo: presenze spagnole ed ebree tra omicidi e culti ereticali di Giuseppe Russo, che, storico
castrovillarese, formatosi all’Unical, ha accolto gentilmente il nostro invito – non coprono, tuttavia, lo spettro
ampio degli interessi linguistici di Trumper, che si trova a suo agio nei diversi campi in cui la disciplina si
articola: dalla fonetica alla linguistica storica, dalla etnolinguistica alla dialettologia romanza e italiana.
Lunga e fruttuosa per la Calabria è stata la frequentazione di Trumper dell’Ateneo di Arcavacata, che,
iniziata nel 1973 con l’incarico di Fonetica, dopo alcuni anni di insegnamento all’Università di Padova
(1976-1980: incarico di Filologia germanica) e il biennio all’Università di Pavia (1977/1979: incarico di
Fonetica), è ripresa nel 1981 quale ordinario di Glottologia sino al termine legale, nel 2014, dell’iter
professionale.
Durante questo lungo arco temporale ha formato tanti studenti calabresi, che, conseguita la laurea, hanno
scelto, per lo più, l’insegnamento nelle scuole italiane, e diversi ricercatori, che hanno appreso, con la sua
guida, il metodo dell’indagine scientifica nell’ambito della linguistica, alcuni dei quali lo onorano con i
contributi presenti in questo volume.
Il suo impegno amministrativo ha contribuito alla crescita del Dipartimento di Linguistica, di cui è stato
Direttore, e, in tale ambito, è da ricordare la fondazione di un Laboratorio di fonetica all’avanguardia in
Italia.
Sarebbe lungo fare una rassegna, sia pure cursoria, della sua produzione scientifica (la bibliografia
informa sulle sue pubblicazioni). Si richiama l’attenzione sulla fatica in via di completamento: il
Vocabolario Calabro. Laboratorio del Vocabolario Etimologico Calabrese (VEC), frutto del lavoro
dell’équipe di ricercatori di Arcavacata da lui coordinata e diretta; il primo volume (A-E), uscito nel 2001
per i tipi della Laterza, è stato ristampato, con rivisitazioni e integrazioni, nel 2019, da Edizioni dell’Orso,
che due anni prima aveva pubblicato il secondo volume (F-O) e che pubblicherà, si auspica presto, il terzo
volume (P-Z) in preparazione. Questo lavoro lessicografico si distingue dal pioneristico Nuovo Dizionario
Dialettale Calabrese di Gerhard Rohlfs, la cui prima edizione risale al 1932-1939 col titolo Dizionario
dialettale delle tre Calabrie, per la dettagliata analisi linguistica delle voci del dialetto acrese raccolte da
Vincenzo Padula (1819, Acri, – 1893): alcune di esse sono esaminate in modo così approfondito da
svilupparsi in veri e propri saggi linguistici o etnolinguistici. Inoltre, si fa un accenno al suo recente volume
Geostoria linguistica della Calabria, Aracne, Roma 2016, in cui, grazie alla «conoscenza capillare di un

territorio così frammentario linguisticamente», sono individuate, sono sue parole, p. 11, «cinque macroentit
dialettali le quali, più verosimilmente, fotografano le divisioni adatte ad illustrare la situazione calabrese».
Nel presente volume, Poli esamina, mediante un’ampia documentazione linguistica, la viticoltura, la
vinificazione, nelle loro origini e diffusione, e l’uso del vino con le sue implicazioni simboliche; Maddalon
analizza particolari testi di affiliazione alla ’ndrangheta; Prantera presenta una ricerca sull’anemonimia
dialettale calabrese nei suoi riflessi etnolinguistici; Prantera e Antonio Mendicino (Unical) indagano, sulla
base di dati statistici, il rapporto intergenerazionale tra italofoni/dialettofoni in Calabria, nel primo saggio, e,
nel secondo, sviluppano un’analisi di usi, opinioni e «atteggiamenti linguistici rilevati su alcuni siti e pagine

Facebook in Calabria»; Michele Cosentino (Università di Napoli “L’Orientale”) si concentra sulla «micro-
diversificazione linguistica nord-calabrese»; il curatore del volume richiama l’attenzione su un celtismo nel

dialetto calabro; Manco getta luce su un problematico idronimo registrato da Plinio il Vecchio nella
Naturalis Historia; Paolo Poccetti (Università di Roma “Tor Vergata”), infine, evidenzia, attraverso l’analisi
di un’epigrafe su tegola trovata in territorio reggino, la presenza in Calabria di bilinguismo greco-latino «tra
la fine dell’età repubblicana e l’inizio dell’età imperiale».
Gli studi presentati, pur essendo dettati da una finalità occasionale, rivelano una peculiare importanza
scientifica, che, oltre ad onorare il prof. Trumper con doni appropriati, saranno di stimolo agli studiosi a
coltivare il terreno della linguistica in Calabria e si porranno, inoltre, come l’augurio più vivo al maestro e
all’amico a continuare con rinnovate energie il suo proficuo lavoro idoneo ad aprire nuovi percorsi di ricerca
ai giovani studiosi.

L.D.V.